GRAZIE DR.JAMES PARKINSON, MI HAI DATO PIÙ DI QUANTO MI HAI TOLTO

GRAZIE DR.JAMES PARKINSON, MI HAI DATO PIÙ DI QUANTO MI HAI TOLTO

01/09/2019

"Ho voluto sempre scoprire quale fosse il mio atteggiamento di fronte alla malattia che mi affligge,avvertendo il desiderio-bisogno di raccontarmi,di raccontare la mia storia di vita. Tutto ciò per fare un po' d'ordine dentro di me e capire il presente, anche se è cosa difficile, per trovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare e chi dimenticare. Quando questo bisogno mi sorprende, il bisogno di quel che ho fatto, amato, sofferto, comincia a prendere forma, diventa scrittura di me medesimo e aumenta l'esaltante passione di voler lasciare traccia di me a chi verrà dopo o a chi è vicino. Inoltre, credo che bisogna fare in modo di non avere difficoltà a trascorrere il tempo delle nostre giornate. Il tempo non possiamo fermarlo, ma viverlo. E poi, considerando che alla nostra età, mi riferisco soprattutto a noi vecchietti, siamo capaci di riconoscere il cammino della speranza e il luogo della meditazione,entrambi situati nella nostra anima,perché dentro l'anima c'è tutto. E' la meditazione che ci consente di individuare i luoghi dell'anima dove ha avuto origine la relazione con Dio. Noi vecchi e non solo, abbiamo un po' tutti elargito beneficenza. Dobbiamo quindi concederci una giusta gratificazione,oltre la gratitudine che ci viene rivolta da altri. Bravi coloro che in questo campo hanno molti punti. Il bene deve intendersi come un culto reso alla dignità dell'uomo. Il bene va definito "espressione di altruismo". Mi viene spontaneo affermare che la malattia ci dà più di quanto ci toglie. In ognuno di noi la svolta avviene attraverso la sofferenza, è così che l'individuo diventa un uomo nuovo. Con gli acciacchi si soffre, ma è con l'aiuto di Dio che si trova la forza di soffrire. Con la malattia dobbiamo porgerci parecchie domande,se non lo facciamo non possiamo ottenere risposte. Chi giunge all'età di mezzo o alla vecchiaia,dovrebbe avvertire la percezione di raccontarsi,per assecondare il divenire della vita. Capisco chi mi legge...smetto subito di scrivere."