PIETRO E IL PACCO BOMBA

PIETRO E IL PACCO BOMBA

21/03/2013

Pietro e il "pacco bomba"

Nell'ottobre del 2011 seppi della presenza di Pietro ad un evento a cui ero stata invitata nella mia città. 

Avevo portato con me un "pacco bomba" come simpaticamente poi lui lo soprannominò.

Ma fu solo alla fine del suo intervento che decisi di consegnarglielo. Raccontò della sua infanzia,  e dei valori inculcati dai suoi genitori. In particolare il sacrificio, la semplicità e l'altruismo. 

Mentre si raccontava, con episodi della sua vita, mi colpì in particolare la sua genuinità. Sembra avesse ricevuto negli ultimi anni proposte per reality show. Proposte anche abbastanza remunerative, ma che lui aveva rifiutato in quanto "disdicevoli" specie per uno sportivo! 

Fu così che dopo l'applauso, timidamente mi avvicinai, facendomi spazio tra i tanti che chiedevano un autografo.

Seduta ad ascoltarlo, era maturata in me l'idea che fosse la persona giusta. Avevo scritto sul retro della brochure della nostra associazione un messaggio che avevo allegato al progetto. Gli raccontavo d'essere figlia di un malato di Parkinson e che avrei avuto il piacere fosse Testimonial Nazionale, vivendo a Roma, della Run4Parkinson 2012.

Lui incuriosito dal grande plico, scrutò nei miei occhi forse per leggervi dentro. Come fanno le brave persone...Mi fece cenno d'avvicinarmi ulteriormente e mi disse:<<è un pacco bomba?  devo avere paura?>> .

Io gli risposi che avremmo avuto piacere ci sostenesse nel nostro progetto e poi, forse scioccamente, aggiunsi che non volevamo soldi! <<Ci basterebbe la sua onesta figura>>.  

Qualche tempo dopo il mio cellulare squillò.

<<Sono Pietro, Pietro Mennea>>mi disse. Impacciata gli risposi . Seguirono alcune cordiali telefonate.

In una delle ultime, mi disse <<le dò una notizia in anteprima. Sono stato a Londra e in onore delle Olimpiadi hanno deciso di dedicarmi un ponte>>.

Era orgogliosissimo e come fossimo amici di vecchia data, fiero aveva voluto raccontarmelo subito.

Era timido, riservato, non abituato ai riflettori e dal video girato emergeva. 

Domenica scorsa gli ho inviato una mail in cui lo ringraziavo ancora per il suo sostegno e gli annunciavo del passaggio di staffetta ad un altro campione. 

Non sapevo fosse malato. 

Lo era già quando ci siamo incontrati, ma non ha detto nulla.

 

La sua riservatezza; il suo pudore...


Continua a correre Mennea, Freccia e Uomo del Sud

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Antonella, 21 marzo 2013